“Questo scritto vuol essere un pamphlet. Questo termine, che si può tradurre con “libello”, designa “un breve saggio”, nel quale “l’autore sostiene un argomento di attualità in modo volutamente di parte e con intento polemico; ha lo scopo di risvegliare la coscienza popolare su un tema che divide”. Così recita un vocabolario. In realtà, uno dei motivi che mi ha spinto a scrivere è il timore che la ricorrenza del centenario dell’inizio della Grande Guerra (1914 -1918) non divida proprio per niente l’opinione pubblica nazionale e ecclesiale. Penso che le celebrazioni e gli studi si moltiplicheranno. Verranno organizzate mostre e viaggi sui luoghi della guerra. Abbonderanno le ricostruzioni, magari anche in costume. Le scuole andranno in pellegrinaggio a Redipuglia. I rappresentanti delle istituzioni porteranno corone di fiori in omaggio ai “caduti per la patria”. Verranno celebrate Messe di suffragio per i morti, compiendo un doveroso atto di pietà: penso però con un certo allarme alle omelie che verranno tenute in tali occasioni. Si moltiplicheranno i tentativi, credo, per dimostrare la continuità di un percorso nazionale, dal Risorgimento alla Resistenza. Si diranno molte parole sul carattere del soldato italiano, sulla sua disponibilità al sacrificio e sulla sua umanità. Certamente, sarà importante che gli umili protagonisti della grande tragedia possano avere voce. La domanda che mi faccio e che vorrei trasmettere ai lettori riguarda il senso di questa guerra. Non intendo le ragioni storiche, la concatenazione degli eventi, lo sfondo culturale che ha alimentato l’idea della guerra come grande medicina di un mondo malato. Tutto questo, e altro, è noto ed è stato studiato. Quello che manca è una riflessione morale e, aggiungo, religiosa, su questo conflitto, vera svolta nella storia del mondo e della Chiesa.”
Dall’introduzione dell’autore
Giuseppe Jr. Dossetti, sacerdote della diocesi di Reggio Emilia - Guastalla, è parro-co a San Pellegrino e responsabile del Centro Italiano di Solidarietà (CeIS) di Reggio Emilia.
Si occupa anche di immigrati ed insegna all’Istituto di Scienze Religiose di Reggio Emilia. Da diversi anni intrattiene rapporti con il Patriarcato Latino di Gerusalemme e con alcune diocesi dell’Ucraina.