IL SILENZIO DI DIO
di LAURA INVERNIZZI, LUCA MAZZINGHI, ERMENEGILDO MANICARDI, CARLO BROCCARDO
prefazione: ALBERTO BIGARELLI
a cura di ALDO PERI
Un percorso di esegesi scientifico e approfondito, ma tuttavia ben comprensibile per ogni tipo di lettore sul tema del SILENZIO DI DIO. Per l’Antico Testamento l’analisi ha affrontato la crisi del profeta Elia sul monte Oreb, dove Dio gli si presenta come «voce di silenzio che si frantuma» (1Re 19); la crisi nel Salmo 88, l’unico salmo in cui l’orante, alla fine, non trova alcuna risposta da Dio; infine la crisi del Servo sofferente, chiamato ad offrire la sua vita, la sua sofferenza e la sua morte (Is 53). Per il Nuovo Testamento è stata presa in esame la morte in croce di Gesù nel secondo vangelo: Gesù, che prova paura e angoscia, rimane comunque fedele a Dio, il quale, per amore e rispetto dell’uomo, non interviene, accettando persino la morte del Figlio amato.
1. IL DIO INUTILE
La solitudine di Elia (1 Re 19,1-18)
di LAURA INVERNIZZI, professoressa di Antico Testamento presso la “Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale” – Milano.
2. IL DIO NASCOSTO
Salmo 88: un grido dalla tenebra
di LUCA MAZZINGHI,
professore di Antico Testamento presso la “Pontificia Università Gregoriana” – Roma.
3. «DISPREZZATO E REIETTO DAGLI UOMINI,
LO GIUDICAVAMO PERCOSSO DA DIO E UMILIATO» (Is 53,3.4)
Il IV Canto del Servo sofferente
di ERMENEGILDO MANICARDI, biblista, Vicario generale della diocesi di Carpi – MO.
4. IL DIO ASSENTE
Il Figlio abbandonato
di CARLO BROCCARDO,
professore di Nuovo Testamento presso la “Facoltà Teologica del Triveneto” – Padova.
DALLA PREFAZIONE DI D.ALBERTO BIGARELLI:
Col suo racconto di un Gesù così poco convenzionale, ma così profondo e così reale, Marco invita a non avere fretta di arrivare alla risurrezione. Questo Dio che non interviene, si ferma, si pone un limite, è un Dio che è così fedele all’umanità da non forzare la libertà degli uomini neanche quando mettono a morte suo Figlio. Non bisogna metterlo sul banco degli imputati, bensì mettersi dalla sua parte: vede suo Figlio morire e che tuttavia – per noi – non interviene. Dio è troppo grande per essere chiuso nei ragionamenti umani. Alla fine del vangelo Marco invita a ricominciare il percorso, tornando in Galilea e ripartendo di là.
(...) Il cristiano non può non ricordare che la sua fede si fonda su un’assenza e su un silenzio, ben simboleggiati da una tomba vuota (cf. Mc 16,1-18 e parall.) Sì, il cristianesimo si fonda su un’assenza originaria, su una kenosi che non è morte, ma vita. Abbiamo bisogno di trovare Dio ed Egli non può essere trovato nel rumore e nell’irrequietezza. Si può dire che Dio è amico del silenzio. «Guarda come la natura – gli alberi, i fiori, l’erba – crescono in silenzio; guarda le stelle, la luna e il sole, come si muovono in silenzio… Abbiamo bisogno di silenzio per essere in grado di toccare le anime» (Madre Teresa di Calcutta)
d. Alberto Bigarelli
presidente emerito del CIB