LA PRINCIPESSA E LA MALATTIA CHE LA GUARI'
di Silvia Ferretti, Francesca Bennati e Margherita Filippini
Illustrazioni: Roberta Pavarini
I nostri nomi sono valigie piene dei sogni e degli ideali di chi quel nome lo ha scelto per noi. Mi chiamo Silvia Ferretti. La fragilità era iscritta nel mio nome, ma io non lo sapevo. Mi sono laureata in Scienze Politiche, indirizzo di studi che non mi corrispondeva, ma mi ha fatto incontrare mio marito, Gianluca Cantergiani. Abbiamo cinque figli, le ultime due sono gemelle. Ho conosciuto Margherita quando è venuta ad aiutarmi come baby sitter.
Nel 2010, l’anno in cui Margherita ha scoperto di dover lottare per vivere, mi è stata diagnosticata una malattia genetica che a 11 anni di distanza non ha ancora un nome. La mia vitalità si è scontrata con la fragilità originaria, che aspettava nella valigia. Ho fatto molta fatica ad accettare questa cosa. Sono stata arrabbiata con la vita e con il suo Creatore a lungo. Poi il suggerimento impossibile di don Matteo Mioni della Congregazione Mariana delle Case di Carità mi ha provocato: “Scrivi la tua storia insieme a Margherita”. Margherita non si è fatta pregare è mi ha inviato il titolo. Così, io Margherita e Francesca, la mamma di Margherita, abbiamo scritto questa storia per ricordare, soprattutto a noi stesse “che quando siamo deboli, è allora che siamo forti.” Questa storia ha riconciliato la mia parte forte e la mia parte fragile.
Mi chiamo Silvia Ferretti e sono nata a Reggio Emilia il 18 novembre del 1970. Sono cresciuta in una famiglia numerosa e ho creato una famiglia numerosa. Mi sono laureata in Scienze Politiche, indirizzo di studi che non mi corrispondeva, quindi nel 2012 mi sono iscritta a Scienze della Formazione Primaria e mi è piaciuto così tanto rimettermi a studiare che ho deciso di contagiare tutti i bambini che incontravo con la passione per la conoscenza. Nel 2017 a 47 anni mi sono laureata e da allora insegno. La mia passione si divide tra la didattica della matematica e le storie, che leggo spesso ai bambini della mia classe.
Sono Francesca Bennati, che significa “libera”. Sono venuta al mondo tanti anni fa e sono un’insegnante di Scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali, in pensione. Con mio marito Antonio siamo genitori di una famiglia allargata: Margherita e altre 2 figlie naturali, un figlio adottato dall’India, e alcuni in affido. Sono nonna di 4 nipoti naturali e di altri che custodisco nel cuore. Da quando Margherita è partita per il suo lungo viaggio sull’arcobaleno, sto cercando i pezzi di un puzzle, certa che tutto questo è parte di un disegno d’amore più grande di noi, che piano piano nella vita di tutti i giorni si rivela. Questa storia è fatta per dire ai bambini che non si spaventino nella ricerca dei pezzi del puzzle.
Margherita è nata il 14/11/1986 a Reggio Emilia. Il suo nome significa “perla”. Fedele alle promesse racchiuse nel suo nome è diventata presto preziosa per tutti noi. Diplomata al Liceo linguistico si iscrive e frequenta “Scienza della Formazione primaria”, mentre lavora presso una scuola dell’infanzia. La sua passione per la riconciliazione la porta, nel 2009, tre mesi in Kossovo a studiare un progetto di educazione alla pace in una scuola frequentata da bimbi di etnie diverse, i cui genitori si erano affrontati violentemente durante la guerra. Nel 2010 si sposa, ma ha già i primi sintomi di un linfoma, che in due anni se la “porta via”. Nel 2012 la scuola del Kossovo viene chiamata “Margherita Kids”. La sua biografia compare nel libro “Testimoni di luce”di Fabiana Guerra, edizioni ITACA.
Mi chiamo Roberta Pavarini. Sono nata il primo febbraio del 1972, abito a Reggio Emilia e sono laureata in Giuriprudenza. Ho frequentato per un periodo l’Accademia di Belle arti di Bologna, ma la passione per il disegno, le immagini, i colori, la carta e il fare con le mani mi appartiene sin da bambina. Creatività e curiosità le ho coltivate cercando di viaggiare con la fantasia e nel mondo ogni volta che mi è stato possibile. Credo nell’immaginazione, nella collaborazione e nei progetti collettivi che anche questo libro, il primo che illustro, rappresenta.