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Matteo Mioni (1963), sacerdote diocesano della Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla, consacrato nei Fratelli della Carità all’interno della Congregazione Mariana delle Case di Carità, si è laureato in lettere classiche presso l’Università di Bologna e dopo il bacelierato in Teologia presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia ha conseguito la licenza in scienze bibliche presso il Pontifico Istituto Biblico nel 2004. Svolge servizi di pastorale, insegnameno ed è Cappellano della Casa Circondariale di Reggio Emilia.
Il cammino della fede, il tema universale per eccellenza. Potrebbe venire naturale parlare dell’essere credenti, invece è fondamentale capire che il punto alfa, d’inizio della nostra identità di cristiani, è quello di essere amati. Amati nella profondità, fino alla fine, che sia da Gesù, da una religione o da ciò che si voglia, questo è il vero grande passaggio. Di essere oggetto d’amore senza fine, un amore pronto a dare la propria vita. Solo nella misura in cui possediamo questa coscienza, possiamo diventare credenti. Altrimenti rimaniamo degli increduli. È il tema dell’amore di Dio, che abbiamo ricevuto da Gesù, che innesta la vera libertà verso la fede. Diventare credenti non è un’osservanza da vivere, o ancor peggio una tassa da pagare, bensì una scelta d’amore, corrisposta. Noi scegliamo di servire il Signore. Prenderemo in esame alcuni personaggi, soprattutto del Nuovo Testamento: figure di credenti, ma anche di increduli, di miscredenti, e proveremo a declinare i diversi aspetti di quello che noi chiamiamo fede. Il secondo passaggio sarà appunto vedere come, in quanto amati, possiamo diventare credenti, ossia coloro che credono nell’amore che ricevono. Questo è il vero itinerario: amati, credenti, amanti.